OSSIGENO-OZONO TERAPIA

COS’ È L’OSSIGENO-OZONOTERAPIA

L’ossigeno ozonoterapia è una terapia medica che utilizza la miscela ossigeno (O2) e ozono medicale (O3) per via parenterale, topica o locoregionale o sistemica (grande o piccola emotrasfusione)   

Riconosciuta oggi dalla comunità scientifica internazionale viene utilizzato come terapia primaria o coadiuvante le terapie convenzionali 

Scoperto nel 1832 trova il suo primo utilizzo durante la Seconda guerra mondiale prima come disinfettante e poi in chirurgia nella cura delle ferite e delle ulcere. 

Nella bilancia redox, la cascata delle reazioni indotte dall’ O2O3 attraverso i ben noti processi biochimici, fisici e farmacologici induce uno spostamento verso la produzione degli antiossidanti permettendo così di realizzare gli effetti terapeutici ed evitare gli effetti dannosi

RUOLO E UTILIZZO IN MEDICINA

  • azione antiinfiammatoria e antiedemigena per riduzione delle sostanze che inducono l’infiammazione e per stimolazione della neoangiogenesi e aumento della capacità di rilascio di Oda parte dei globuli rossi e aumento della produzione di enzimi antiossidanti;
  • azione antibatterica;
  • azione antivirale;
  • azione antidolorifica per inattivazione dei mediatori del dolore e incremento della produzione di endorfine.

In questa mia presentazione mi limiterò semplicemente alla descrizione dell’utilizzo di tale metodica in ortopedia, anzi più precisamente nel conflitto disco radicolare vertebrale. 

Pratico, infatti, questa tecnica da circa 30 anni, ed ho potuto verificare come soprattutto questo tipo di patologia ortopedica possa beneficiare maggiormente di tale trattamento.

Sfruttando le azioni precedentemente indicate (antiinfiammatoria, antiedemigena e antalgica e antiossidante), nel conflitto disco radicolare assistiamo ad una progressiva disidratazione del disco con conseguente riduzione della pressione sul midollo spinale o sulla radice nervosa e risoluzione della patologia e del dolore.

TIPOLOGIE DI SOMMINISTRAZIONE

Esistono due tipi di trattamento infiltrativo con O2Otra di loro complementari: 

1) Intradiscale:

  • Si eseguono una / due sedute con l’ausilio della TAC in strutture idonee nel rispetto di garantire la minor radio esposizione e la maggiore asepsi per evitare possibili infezioni a livello discale;
  • la miscela di ossigeno-ozono viene direttamente infiltrata nel disco intervertebrale;
  • costo economico maggiore 

2) Paravertebrale (Tecnica che prediligo e che pratico quotidianamente negli ambulatori):

  • Per ogni seduta si eseguono una serie di infiltrazioni paravertebrali (circa 4) e successivamente vengono infiltrati i punti trigger (dell’arto inferiore o superiore a seconda si tratti di un’ernia lombare o cervicale) seguendo un criterio agopunturistico.
  • La miscela ossigeno-ozono essendo più pesante dell’aria giungerà in profondità e a piccole dosi contribuirà a ridurre il processo flogistico e con il tempo a favorire il riassorbimento di un’ernia discale senza alcun rischio, mentre a livello degli arti funzionerà come un’agopuntura “chimica “;
  • numero delle sedute è 8-10 con cadenza mono-bisettimanale;
  • non esiste alcun rischio in termine di infezione perché l’ossigeno -ozono che viene iniettato a livello intramuscolare come detto sopra ha potere antisettico
  • il rischio di una possibile embolia gassosa è estremamente ridotto i quanto la miscela gassosa viene diluita in più infiltrazioni 
  • non c’è necessità di utilizzare raggi 

RISULTATI DELLA TERAPIA

La percentuale di risoluzione è decisamente variabile e riferendomi alla esperienza personale e casistica in generale, intorno al 75% in base al tipo, dimensioni e localizzazioni dell’ernia e di altre patologie associate (artrosi colonna con conseguente stenosi del canale vertebrale e impegno del midollo o della radice nervosa) 

In assenza di deficit neurologici, ritengo con certezza che il trattamento infiltrativo con O2Oparavertebrale sia da attuarsi come primo livello assieme alla terapia farmacologica (cortisone in primis). Qualora poi non si abbiano dei miglioramenti allora si ricorrerà al secondo step cioè infiltrazione TAC guidata o intervento di erniectomia in quanto tecniche non prive di rischi e comunque anch’esse non sempre foriere   di risultato favorevole a breve o a lungo termine 

FAQ

Quante sedute sono necessarie?

Eseguo circa 8-10 sedute con cadenza monobisettimanali.

È dolorosa la seduta di infiltrazione paravertebrale?

Il dolore accusato è molto variabile, ma generalmente il paziente riferisce di sopportarlo molto bene. È simile a quello di una iniezione intramuscolare, seguita da una iniziale bruciore, e poi dalla sensazione di un peso che dalla colonna si porta verso l’addome. 

A livello dei trigger point il paziente avvisa solo una piccola puntura.

Quali sono le controindicazioni?

Assolute sono il Favismo (deficit dell’enzima G6PD) e la gravidanza. In quest’ultimo caso non tanto per possibili effetti teratogeni (induzione di malformazioni al feto), piuttosto in quanto stimolando il sistema immunitario potrebbero portare ad aborto. 

Vi sono rischi di reazioni allergiche?

No in quanto nessuno è allergico all’ossigeno.

Talora il paziente può accusare un malore che molto spesso è legato più allo stato d’ansia che all’effetto dell’O2O3 e conseguente calo pressorio. Ecco perché consiglio alcuni minuti di osservazione dopo la seduta e di essere accompagnati almeno le prime volte per evitare difficoltà una volta messisi alla guida dell’auto.

Ci sono rischi di embolia gassosa?

No, se il trattamento viene eseguita da esperti. E comunque, se si riduce la quantità di gas in più infiltrazioni seguendo la metodica personale, vengono azzerati i rischi di embolia gassosa.

Quali esami strumentali deve disporre il paziente?

Ritengo la RMN sia l’esame principale, ma in assenza di questo per impossibilità di esecuzione da parte del paziente anche una TAC della colonna LS è sufficiente.

È necessario un consenso informato?

Trattandosi di una metodica che viene considerata “invasiva” sì. 

È necessario stare a riposo nel corso del ciclo di sedute di O2O3

Nell’immediato lascia un senso di pesantezza lombare e conseguente limitazione del movimento che dura un paio di ore, ed è quindi è opportuno stare a riposo.

Durante il ciclo di terapia suggerisco di evitare attività fisiche o lavorative che sollecitino la colonna vertebrale (talora si associa l’utilizzo di un corsetto ortopedico).

Al termine è necessario un ciclo di fisioterapia? 

Considerando il periodo di immobilità o di riposo è preferibile far seguire della ginnastica vertebrale, al fine di rieducare la colonna alla precedente attività. 

Il massaggio o altre terapie possono aiutare nella risoluzione della contrattura muscolare che spesso si associa al dolore e alla prolungata inattività. 

L’attività sportiva dovrà essere graduale e gli esercizi di ginnastica imparati dovranno essere poi continuati per prevenire eventuali recidive.

Dove eseguo le sedute di ossigeno-ozono terapia?